domenica 26 dicembre 2010

Bateson e la visione unitaria del pensiero vedico


Sono da poco reduce da un convegno organizzato a Roma dal Circolo Bateson e da Legambiente per commemorare i 30 anni dalla morte di quello che fu un grande filosofo, sociologo, cibernetico e antropologo novecentesco, Gregory Bateson, che con il suo innovativo pensiero ha finalmente riunito nell’ambito della visione moderna occidentale ciò che Cartesio aveva diviso: mente e materia. In particolare il convegno, intitolato “Per un’ecologia della mente”, si è rifatto direttamente ad uno dei suoi saggi più famosi, in cui in qualche modo Bateson ha posto i criteri fondanti una nuova scienza che parte dal presupposto che LA MENTE SIA PARTE INTEGRANTE DELLA REALTA' MATERIALE, quindi ASSOLUTAMENTE SIMILE PER STRUTTURA AL RESTO DEL MONDO Tutto è materia pensante ha detto Bateson e con questo ha dato inizio ad un nuovo modo di pensare. Un modo di pensare nuovo per l’occidente che ha sempre pensato e agito come se l’uomo, in quanto essere razionale (res cogitans) fosse altro dalla natura (res extensa) e ha lasciato che a prendere il sopravvento fosse una visione lineare della realtà, ma un modo di pensare che, a ben vedere, si avvicina tantissimo, fino a sovrapporsi in tantissimi punti, al pensiero dominante orientale, quello che ritroviamo nelle antiche scritture dei Veda, gli antichi testi sacri dell’India classica.

Per la psicologia indovedica, infatti, gli oggetti psichici (le idee, i pensieri, le immagini, le emozioni, i sentimenti) sono caratterizzati da proprie conformazioni e funzioni e non sono meno reali dei corpi fisici.
Secondo l’antica tradizione, dunque, l’UNIVERSO è costituito di psiche, è ENERGIA PSICHICA IN ESPANSIONE, un PENSIERO COMPLESSO la cui condensazione è il mondo fisico, nel quale si esplicita l’esperienza empirica. QUALSIASI COSA, DA UN LIBRO AD UNA SEDIA, PRIMA DI DIVENTARE TALI SONO STATI UN PENSIERO, UN'IDEA. Il mondo fisico, come quello mentale, è carico di energia e ogni oggetto possiede un flusso di forze psichiche.
Da qui il concetto secondo cui microcosmo e macrocosmo sono indissolubilmente legati. Entrambi “poggiano” su di un ordine celato, implicito, che altro non è che il pensiero. Dell’argomento si tratta anche nella Bhagavad Gita (XV, 9) dove si spiega che la struttura fisica di qualsiasi essere vivente ruota intorno a quella psichica e che lo stesso vale per il macrocosmo.

Le parole del pensiero antico riecheggiano negli scritti di Bateson che ha affermato come mondo fisico e mondo mentale non siano separabili, in quanto la mente è sempre immanente nel sistema. OGNI SISTEMA SAREBBE, DUNQUE, UNA MENTE: si possono definire mente gli individui, la società e infine l’intero ECOSISTEMA, il quale, secondo lo studioso, E' IL SISTEMA PIU' GRANDE CHE ESISTA, di cui ogni comunità, famiglia ed essere umano è solo semplice sottosistema: l’uomo è una piccola parte di un meccanismo immenso che connette ogni essere.
Aver del tutto messo da parte questo modo di vedere il mondo e la realtà in genere ha portato la società occidentale a considerare il mondo che ci circonda secondo un sistema dicotomico, il quale separa ragione ed emozioni, individuo e società, e, inevitabilmente, umanità e natura. Ciò porta a selezionare il contenuto della mente in base ad un criterio di esclusiva finalità, per soddisfare il desiderio di ognuno di ottenere profitto personale, ignorando il più vasto sistema individuo-società-ecosistema e appropriandosi impropriamente dell’identità di mente, da cui gli immani danni ambientali e relazionali che ci troviamo a vivere.
Un modo di pensare davvero innovativo ma ancora troppo sottovalutato che sollecita allo sviluppo di una nuova “ecologia delle idee”, come la chiama il filosofo, ossia una riflessione più attenta alla relazioni tra individui ed ecosistema, in modo da fare di questo binomio il fondamento di un nuovo modo di vivere e di mettersi in relazione con gli altri e con il mondo"

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