“Giordano Bruno, eretico impertinente, ostinato, impenitente e perciò essere incorso in tutte le censure ecclesiastiche e pene dalli sacri canoni, leggi e costituzioni, di qui condanniamo ad essere scacciato dal nostro foro ecclesiastico e dalla nostra santa ed immacolata chiesa della cui misericordia ti sei reso indegno. Ti rilasciamo alla Corte ...secolare del Governatore di Roma perché ti punisca, pregandolo però di mitigare il rigore della pena che non sia pericolo di morte o di mutilazione. ORDINIAMO CHE TUTTI I LIBRI SCRITTI DAL FRATE SIANO GUASTI E ABBRUGIATI, posti all’indice” (i membri della Chiesa non potevano uccidere o far direttamente uccidere. La formula di mitigazione della pena era quindi un ipocrita artifizio legale, proprio di ogni sentenza di morte, e produceva infatti l’automatica esecuzione dell’imputato, dipendendo l’Autorità civile direttamente da quella religiosa).
IL RIFIUTO DELL’ABIURA
Giordano Bruno: “Dico che non devo né voglio ritrattare e che non ho da ritrattare e che non ho materia di ritrattazione e che non so su cosa debbo ritrattare”.
LE ULTIME PAROLE DI GIORDANO BRUNO
“Forse con più timore pronunciate la sentenza contro di me di quanto ne provi io nell’accoglierla”
Giordano Bruno - La condanna al rogo decretata dal Tribunale dell'Inquisizione della Chiesa Cattolica.
http://www.telesanterno.com/17 -febbraio-1600-il-rogo-di-gior dano-bruno-una-fiamma-che-bruc ia-ancora-0217.html
http://www.telesanterno.com/17
Nessun commento:
Posta un commento