Con Grillo il web diventa la nuova piazza politica. Ma avanza un dubbio: e se il profeta fosse eterodiretto?
Da alcuni anni sui simboli elettorali di
quasi tutti i partiti politici appare, scritto ben in grande, il nome del
leader. Sul simbolo del MoVimento 5 Stelle c'è invece un indirizzo internet. [...] la grande popolarità del comico ligure, ha avuto nella Rete soltanto
un'ulteriore consacrazione, ma è nata attraverso uno strumento assai più âgé, la
televisione, e un altro canale che ha un po' più di duemilacinquecento
anni, quel palco teatrale su cui, non troppi anni fa, un Grillo dai furori
luddisti frantumava dei computer con impeto apotropaico.
Nel frattempo, per il
profeta del movimento politico stellato il computer si è trasformato dal Male
al Bene. E la Rete è così presente nel discorso politico di Grillo e dei suoi
seguaci da sembrare, più che un mezzo per fare una politica nuova, un fine
della politica nuova. Dire quindi che il grillismo sia nato sul web non è
corretto ed è invece un'approssimazione più vicina alla realtà dire che si è
sviluppato sul web. Con l'ausilio, peraltro, di una copertura televisiva
del fenomeno del M5S che negli ultimi mesi è stata piuttosto intensa, al netto
del rifiuto di Grillo di partecipare ai talk show e del fatto che gli esponenti
del movimento hanno ricevuto l'interdetto ad apparire sugli schermi, un diktat
che d'altra parte non tutti hanno accolto con uguale entusiasmo. [...] La sede del M5S è virtuale, il sito
beppegrillo.it; lo statuto, anzi il "non-statuto", riconosce alla
"totalità degli utenti della Rete il ruolo di governo"; le discussioni
tra militanti si svolgono sulla piattaforma MeetUp; e anche le vittorie
elettorali si festeggiano nella piazza di Facebook, nel campiello di Twitter e
nello slargo di YouTube all'urlo virtuale di "Forza Belin!" digitato
dal leader all'arrivo dei primi dati parmigiani.
Il sito beppegrillo.it primeggia da anni nelle
classifiche delle pagine web in lingua italiana con più contatti, il profilo
Facebook del comico-politico ligure ha ricevuto 860.000 "mi piace" e
i suoi tweets hanno suppergiù 563.000 followers, cioè il doppio, il triplo o il
quadruplo di quelli degli altri politici più cinguettoni, come Nichi Vendola,
Antonio Di Pietro o Pier Luigi Bersani.
Se nel web il M5S ha trovato il suo
metodo per farsi strada in un panorama politico piuttosto ingessato, proprio
nel web ha trovato anche le prime grane. Si tratta dei guai della democrazia
diretta, quando il numero delle persone che vi partecipa diventa molto (e
forse troppo) grande. Infatti anche in un movimento che pretende di applicare
metodi decisionali perfettamente orizzontali, benché l'orizzontalità sia viziata
fin dalle origini dall'esistenza di un "profeta", alcuni semplici
militanti diventano fisiologicamente dei capetti. Ma se la discussione interna
avviene attraverso la tastiera di un pc o di uno smartphone, bastano pochi
colpi di dito e pochi secondi per aggredire le ambizioni di chi assuma
comportamenti leaderistici. Il rischio di cui si vedono già le avvisaglie –
alcuni grillini hanno già defezionato, altri si sono spostati su posizioni
critiche – è quello di raggiungere ben presto il tasso di litigiosità e di
frazionismo proprio di un gruppuscolo trotzkista. Per non parlare della
velocità di diffusione e della capacità di penetrazione attraverso la Rete di
ogni teoria complottarda, in cui tra l'altro i grillini paiono piuttosto
versati.
È il caso, ad esempio, del diffondersi
di dubbi sulla figura del principale collaboratore di Grillo sul versante web,
l'editore del suo sito e consulente strategico Gianroberto Casaleggio. Da tempo
circola su quelle stesse autostrade comunicative internettiane percorse dal
MoVimento 5 Stelle la nozione che Grillo sia ormai "controllato",
"eterodiretto" e che la sua zazzera grigia e la sua voce tonitruante
non siano altro che l'interfaccia di un software confezionato in stanze più
segrete e da altre mani. [...]
Il MoVimento 5 Stelle ha per ora
utilizzato con formidabile efficacia il web per la pars destruens, cioè per
criticare l'esistente e farsi strada come alternativa. Già nella prima fase
della pars costruens, e cioè l'individuazione dei candidati e il
confezionamento dei programmi che rimangono perlopiù sul vago, ci sono state
più frizioni tra i militanti. Ora che i grillini hanno anche responsabilità di
governo e che quindi la pars costruens si fa più urgente, si vedrà se – al di
là della promessa trasparenza, sempre attraverso la Rete, dell'attività degli
eletti e della gestione dei soldi – il web sarà uno spazio esclusivo e
altrettanto efficace di dibattito ed elaborazione politica.
http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-05-22/grillo-diventa-nuova-piazza-140734.shtml
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